Anche in Italia si è entrati nel vivo del recepimento della Direttiva sul private enforcement (Dir. 2014/104/UE).
Con questa si conclude un percorso tortuoso che si è snodato attraverso il Libro Verde del 2005 e il Libro Bianco del 2008, per approdare ad una articolata disciplina di armonizzazione (non massima) tesa a rafforzare l’effettività delle regole di concorrenza.
La strada da intraprendere è chiaramente tracciata dal Legislatore e consiste nel realizzare un più efficace coordinamento tra gli ordinamenti nazionali in materia di risarcimento del danno antitrust. Come pure è chiaramente delineato il metodo da seguire, incentrato sulla necessità di ricomporre l’asimmetria informativa che normalmente sconta chiunque (impresa, consumatore o autorità’ pubblica) subisca un danno derivante da un illecito concorrenziale.
La portata innovativa di alcune delle misure di genesi comunitaria da un lato e la discrezionalità lasciata agli Ordinamenti in sede di recepimento dall’altro impongono al Legislatore di operare un sapiente bilanciamento tra le diverse istanze nel rispetto del principio di proporzionalità e di qui a verificare scrupolosamente la necessità di introdurre adeguati pesi e contrappesi.
Di questo si discuterà alla LUISS il prossimo 11 settembre in un Convegno organizzato nell’ambito della III Edizione del Master in Diritto della concorrenza e dell’innovazione dall’Università LUISS Guido Carli insieme all’Università Europea di Roma, con il patrocinio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.