Il saggio esamina i diversi indirizzi interpretativi formatisi in relazione al delitto di accesso abusivo a sistemi informatici o telematici da parte di un pubblico agente, soffermandosi in particolare su due sentenze delle sezioni unite della Cassazione, che giungono a esiti opposti in ordine alla configurabilità dell’art. 615-ter, c. 2, n. 1, c.p. Attraverso l’esegesi della norma e la disamina della sua interpretazione giurisprudenziale, l’Autore espone le ragioni che ostano a una ricostruzione del reato in parola come forma di eccesso o sviamento di potere del pubblico agente.
The essay explores the different views taken by Italian courts on the construction of the crime of unauthorized access to computer or telecommunications systems committed by a public servant. In particular, the Author focuses on two recent stances of the Italian Supreme Court whereby different approaches emerged with respect to the possible framing of the crime provided for by Article 615-ter, c. 1, no. 1, of the Italian Criminal Code. In light of the interpretation of this provision and the relevant case law, the Author argues that this crime cannot be framed as result of a misuse of power by public servants.