L’articolo mira ad analizzare la c.d. legge sulla par condicio trascorsi ventiquattro anni dalla sua entrata in vigore. L’evoluzione delle tecniche di trasmissione e lo sviluppo di Internet e delle piattaforme digitali hanno, infatti, radicalmente trasformato il mondo dell’informazione e le modalità della comunicazione politica. In questo contesto, si cercherà di offrire qualche risposta ad alcuni interrogativi: la legge sulla par condicio del 2000 può ancora essere considerata un “imperativo costituzionale”? E ancora, è necessario estendere tale normativa alle piattaforme digitali? Gli autori provano a fornire alcune linee di ragionamento: inquadrano il contesto in cui la legge è stata approvata e analizzano il suo “stato di salute” attuale; cercano di comprendere se sia necessario metterne in discussione i principi di fondo; infine, provano a immaginare come potrebbe essere delineata una disciplina coerente con i principi costituzionali nell’attuale contesto tecnologico.
The article aims to analyze the so-called par condicio law twenty-four years after its entry into force. The evolution of transmission techniques and the development of the Internet and digital platforms have, in fact, radically transformed the world of information and the methods of political communication. In this context, the article seeks to provide some answers to a few questions: can the par condicio law still be considered a ‘constitutional imperative’? Furthermore, is it necessary to extend this regulation to digital platforms? The authors attempt to offer some lines of reasoning: they frame the context in which the law was approved and analyze its current ‘state of health’; they seek to understand if it is necessary to question its fundamental principles; finally, they try to imagine how a regulation consistent with constitutional principles could be outlined in the current technological context.