Big data e polizia predittiva: riflessioni in tema di protezione del diritto alla privacy e dei dati personali

Il presente studio esamina l’utilizzo di big data da parte di forze dell’ordine nello svolgimento delle funzioni di protezione della sicurezza pubblica e prevenzione e repressione del crimine. In particolare ci si focalizza sulle tecniche di polizia predittiva, ossia l’incrocio, mediante algoritmi, di dati immagazzinati attraverso fonti diverse, al fine di prevedere il compimento di reati e la loro localizzazione o elaborare profili criminali individuali. Lo studio intende verificare la compatibilità di simili tecniche con la tutela del diritto alla privacy e la protezione dei dati personali, nella prospettiva del diritto internazionale ed europeo. A questo fine, dopo avere analizzato la nozione di “big data” ed esaminato se essi possano essere considerati realmente anonimi, lo studio si focalizza, nella prospettiva descritta, sulla profilazione, la raccolta generalizzata e il trattamento automatizzato dei dati, pratiche alla base delle tecniche di polizia predittiva.

This essay examines the exploitation of big data by law enforcement agencies as a tool for accomplishing to their public security and crime prevention and repression functions. More specifically, it focuses on predictive policing – i.e. a technique that combines, through algorithms, data obtained from different sources in order to elaborate crime hotspots and composite. The essay aims at assessing the consistency of predictive policing with the right to privacy and data protection, as ruled at international and EU level. From this perspective, after analyzing the meaning of “big data” and whether it is really anonymous, it focuses on the techniques employed within predictive policing, such as profiling, automated processing, data retention and storage.

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