Il contributo affronta la delicata ed ancora poco esplorata problematica della qualificazione della posizione giuridica dei c.d. motori di ricerca, rispetto alla tutela del pluralismo informativo quale valore fondante della forma di stato democratico di derivazione liberale. Partendo dalla ricostruzione della varietà e peculiarità dei diversi attori che animano il mondo di Internet, viene criticata la visione che tende ad attribuire un ruolo di meccanici ed acritici “trasportatori” di contenuti informativi, ai motori di ricerca , come tali non sottoponibili alla varia tipologia di strumenti elaborati nei vari ordinamenti a tutela del pluralismo. Si evidenziano a tale riguardo i profili, connessi anche all’attuale evoluzione qualitativa dei search engines, che renderebbero invece necessari interventi intesi a garantire il pluralismo, con particolare riguardo all’ambito dell’ordinamento italiano, anche se in forme e con qualificazioni che, allo stato dell’arte, appaiono realizzabili più de iure condendo che de iure condito.
The article aims at tackling the controversial legal qualification of search engine service providers, with particular regard to their impact on media pluralism, meant as founding value of liberal democracy. Moving from an overview of the different actors operating on the Internet, the understanding of search engines as purely passive conveyors of third parties information, resulting in the exclusion of the same from the scope of the legislation protecting media pluralism, is subject to criticism. The paper explores some distinguishing features of the evolving nature and role of search engines, in light of which some interventions are claimed to be necessary with a view to ensuring media pluralism.