Proprio nei giorni in cui tanto si discute (e si manifesta) sull’immagine della donna, lo Iap (Istituto per l’autodisciplina pubblicitaria) firma di un Protocollo d’intesa con il Ministero per le Pari Opportunità avente ad oggetto la figura femminile, e, in particolare, la sua tutela all’interno delle campagne pubblicitarie.
È lo stesso Ministro alle Pari Opportunità, Mara Carfagna, a spiegarci l’obiettivo di tale accordo: “grazie a questo Protocollo d’intesa il Ministero per le Pari Opportunità, cioè l’amministrazione preposta a vigilare sulle politiche femminili nel nostro Paese potrà chiedere il ritiro di una pubblicità, per la carta stampata o per la televisione, che svilisca l’immagine della donna o sia apertamente violenta o sessista”. Con questo nuovo accordo, come affermato dal segretario generale dello Iap, Vincenzo Giuggino, “l’amministrazione potrà chiedere il ritiro di una pubblicità in tempo quasi reale, comunque entro 48 ore di tempo, completamente a costo zero”.
Il Codice di Autodisciplina (CA) dello Iap prevede all’art. 9 e 10 il divieto di impiego di tutte le forme di comunicazioni commerciali “indecenti, volgari o ripugnanti” e sancisce il rispetto della “dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni”. La firma dell’intesa, pur non apportando modifiche sostanziali alla disciplina, rafforzerà ancor di più le capacità dello Iap di reprimere tutte le campagne pubblicitarie che utilizzino l’immagine della donna in modo offensivo e contrario ai comuni principi di buon gusto e decenza. Non è comunque la prima volta che il Ministero per le Pari Opportunità collabora con lo Iap, avendo già in passato permesso, tramite delle segnalazioni all’istituto, l’interruzione di pubblicità giudicate contrarie al CA. (qui per una rassegna di pubblicità a tema giudicate in contrasto con il CA)
Con il presente accordo, si consolida ulteriormente la posizione di “leadership” raggiunta dallo Iap nel settore pubblicitario dove ormai è un solido punto di riferimento, grazie alla competenza dei suoi membri, avvocati e professori in materie inerenti il settore, alla celerità dei suoi interventi (poche settimane a fronte degli svariati mesi necessari per le decisioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e, soprattutto, grazie alla sua rappresentatività (oltre il 90% degli operatori del settore vi aderisce).
È auspicabile che questo sia solo il primo di una serie di accordi tra istituzioni e Iap volti a tutelare non solo l’immagine della donna, ma, più in generale, la correttezza (formale ma anche sostanziale) di quella marea di informazioni che ogni giorno ci vengono comunicate sotto forma di pubblicità.