‘Minaccia alla libertà di stampa’, l’OSCE boccia il nuovo organo di controllo britannico. La protesta dei giornali

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[La pubblicazione di questo contributo a firma di Raffaella Natale costituisce parte della collaborazione editoriale in essere tra Medialaws e Key4biz. Si v. qui per la fonte originale]

Secondo la responsabile OSCE per la libertà dei media Dunja Mijatovic, ‘Lo scandalo delle intercettazioni non può essere usato come scusa per interferire nel lavoro della stampa’.

Non è piaciuta all’OSCE l’istituzione in Gran Bretagna di una nuova Autorità di controllo dei media decisa ieri dopo un intenso confronto parlamentare.

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa ha fortemente criticato il provvedimento, ritenendo che potrebbe minacciare la libertà d’espressione.
“Un organo di controllo creato da un governo, qualunque sia il suo grado d’indipendenza, potrebbe rappresentare una minaccia per la libertà dei media”, ha dichiarato con amarezza la responsabile OSCE per la libertà dei media Dunja Mijatovic.
“Ritengo ancora – ha aggiunto – che l’autoregolamentazione sia il miglior modo per regolare omissioni ed errori”.

L’OSCE ha ricordato che in Gran Bretagna esisteva già un organo ad hoc, la Press Complaints Commission, sommersa dalle critiche “dopo il terremoto provocato dallo scandalo delle intercettazioni telefoniche da parte di alcuni media britannici”.
Il tabloid gate, ha concluso Dunja Mijatovic, “è stato un caso criminale e le persone coinvolte sono state perseguite, ma non deve essere una scusa per interferire nel lavoro di tutta la stampa”.

Ieri i tre partiti britannici (conservatori, laburisti e liberal-democratici) si sono accordati sull’istituzione di un nuovo organo di sorveglianza per evitare che si ripresentino situazioni simili a quelle verificatesi due anni fa con lo scoppio dello scandalo sulle intercettazioni che ha coinvolto alcuni giornali di spicco del mercato britannico.

Dotato di una commissione d’arbitrato rapida e gratuita per i ricorrenti, il nuovo organo avrà, a differenza del precedente, il potere d’imporre “sanzioni che potranno arrivare fino a un milione di sterline” (1,2 milioni di euro) per i giornali.

E oggi diversi quotidiani britannici hanno espresso i loro timori, pubblicando un comunicato congiunto nel quale sottolineano che la proposta contiene diversi “elementi discutibili”.
“Non possiamo dare una risposta senza avere avuto il tempo di studiarla”, hanno dichiarato Daily Mail, Daily Telegraph, Daily Express e il gruppo News International, che pubblica il Sun e il Times.
Anche perché, hanno puntualizzato, non erano presenti alla riunione in cui i tre partiti si sono accordati sulla nascita di questo nuovo organo di sorveglianza.

Dopo 318 anni, i giornali tornano sotto l’influenza del potere politico, si legge in un editoriale del Daily Telegraph.
Per il Times si tratta di “precedente pericoloso” e di “un triste episodio nella storia della libertà di stampa nel Regno Unito”.
Sulla prima pagina di The Sun, il titolo “Il Ministero della verità”, riferimento all’agghiacciante società totalitaria immaginata da George Orwell nel suo romanzo “1984”.

Il Sun e il Times appartengono al gruppo di Rupert Murdoch, così come il News of The World, chiuso nel 2011 a seguito dello scandalo delle intercettazioni telefoniche (Leggi Articolo Key4biz). Questo tabloid è stato ritenuto responsabile d’aver ascoltato centinaia di telefonate negli anni 2000, alla forsennata ricerca dello scoop.

Il nuovo organo di controllo della stampa è una riposta a questo scandalo, ma introduce un sistema che limiterà nei fatti la libertà di stampa, specie dei piccoli giornali, nella misura in cui cominceranno ad ‘autocensurarsi’ per timore di dover pagare multe salate.

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