L’evoluzione del digitale ha travolto, come era ovvio immaginare, il settore delle comunicazioni che, anche in ambito luxury and fashion, ha dovuto adeguarsi al trend in corso.
Tutti, dai designers emergenti ai grandi nomi della moda, hanno dovuto da subito, o quasi, fare i conti con i social networks e prendere confidenza con le piattaforme web che in pochissimo tempo sono entrate a far parte della nostra quotidianità. La sfida vera e propria è quella di mantenere un high profile, senza svalutare il prodotto, riuscendo a coinvolgere, allo stesso tempo, un ampia fetta di pubblico.
La presenza di un brand, piccolo o grande che sia, sui social è fondamentale e costituisce una forma di pubblicità priva di costi. La creazione di una pagina su Facebook ( che , solo nel nostro paese, conta circa 22 milioni e mezzo di iscritti), è il primo passo per acquisire visibilità, in modo semplice ed immediato, il tutto grazie alla semplice condivisione di immagini ( più o meno di impatto) e di post dedicati al brand ( mini articoli di bloggers o magazine on-line, più o meno conosciuti). La conquista di likes e la condivisione di propri posts da parte di altri utenti sicuramente contribuisce alla diffusione di informazioni e contenuti riguardanti il designer piuttosto che la filosofia del brand. Non dimentichiamo però che lo stesso Facebook offre servizi a pagamento che consentono di pubblicizzare ulteriormente il prodotto mediante sponsorizzazioni o inserzioni legate ad un sistema di aste, in cui i costi sono direttamente proporzionali al numero di visualizzazioni ottenute. In ogni caso, una buona gestione della pagina social può essere sufficiente per perseguire gli scopi sopra indicati, a patto che venga aggiornata costantemente e mantenuta attiva grazie a piccole accortezze, come, ad esempio, la creazione di album fotografici contenti immagini di campagna piuttosto che immagini di personaggi famosi che indossano capi/accessori/prodotti del marchio in questione.
Accanto a Facebook troviamo altre piattaforme, di altrettanta importanza, come “Instagram” o “Twitter” che , rispettivamente, catturano istanti di vita con immagini ( alle quali sono applicabili filtri di vario genere) o mediante piccoli messaggi di testo, commentabili dagli utenti entrati a far parte della propria rete. Anche queste sono realtá che hanno conosciuto una rapidissima espansione.
Prendiamo ad esempio Instagram, nato il 06 Ottobre 2010, in soli due mesi di vita ha visto la sua comunità raggiungere il milione di utenti e attualmente conta 130 milioni di profili mensilmente attivi, con 45 milioni di immagini condivise ogni giorno. Non per altro, il 09 dicembre 2011 Apple l’ha proclama “App dell’anno” per iphone. Il 03 aprile del 2012 è stato fatto il lancio di instagram per i dispositivi Android e dopo soli 6 giorni è stato acquisito da Facebook, con l’obbiettivo di permetterne la crescita grazie anche alle infrastrutture che una realtà come quest’ultima può offrire, facendo attenzione però a mantenere distinte ed autonome le due piattaforme. Il 20 giugno scorso invece è stata introdotta la possibilità di condividere anche brevi video, il che giá dalle prossime fashion weeks consentirà agli addetti ai lavori di mostrare ai propri followers frammenti di sfilate e, perché no, commenti/indiscrezioni “rubati” dai backstages.
La semplicità e l’immediatezza che caratterizzano l’uso dei social networks vengono pero’sovente sottovalutate, come sottolineato dal garante della privacy, che ha all’uopo predisposto una guida fruibile da tutti per mettere in guardia gli utenti dalle conseguenze di ogni loro azione in rete.
La dichiarazione dei diritti e delle responsabilità, consultabile anche su Facebook, (tanto per portare all’attenzione un argomento “caldo”) dispone al n. 2 punto 1 quanto segue:
“Per quanto riguarda i contenuti coperti da diritti di proprietà, ad esempio foto e video (“Contenuti IP”), l’utente concede a Facebook le seguenti autorizzazioni, soggette alle impostazioni sulla privacy e alle impostazioni delle applicazioni: l’utente concede a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sottolicenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, per l’utilizzo di qualsiasi Contenuto IP pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook (“Licenza IP”). La Licenza IP termina nel momento in cui l’utente elimina il suo account o i Contenuti IP presenti sul suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati.”
Benchè tali piattaforme siano di grande utilità, è bene comunque ricordare che qualunque immagine/video/nota condivisi, pur eliminati del tutto una volta cancellato il profilo dell’utente, possono nel frattempo essere salvati dagli altri utenti che hanno accesso a quelle informazioni. È pertanto di fondamentale importanza filtrare e controllare i contenuti di volta in volta condivisi, onde evitare spiacevoli situazioni che potrebbero avere anche ripercussioni di carattere legale.
Si tratta, a mio avviso, di un argomento interessante, che richiede, per la molteplicitá dei fattori coinvolti, una separata e piú approfondita trattazione.
In breve possiamo constatare come l’utilizzo di tali servizi di rete consenta di ricevere feedback pressoché immediati che possono contribuire allo sviluppo di nuove strategie comunicative a seconda degli obiettivi prefissati. Oggi giorno la figura del digital pr è molto attuale e richiestissima, benchè non si possa definire con precisione, in quanto è, per propria natura, in continua evoluzione.