Google Books, digitalizzazione come contributo al progresso

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La battaglia di Authors Guild nei confronti della googleteca di Mountain View è giunta ad una svolta.

Il giudice newyorkese interpellato sulla legittimità della cooperazione degli atenei statunitensi con Google si è dichiarato favorevole al progetto Google Books.

L’origine della vicenda risiede nell’offensiva che Authors Guild ha avanzato nei confronti di alcuni atenei americani, coinvolti nel progetto di digitalizzazione del colosso Google.

In particolare, al centro del mirino di Authors Guild, è finita HathiTrust, un’organizzazione gestita dall’Università del Michigan per l’archiviazione e successiva distribuzione delle opere custodite dallo stesso ateneo tramite il servizio di Google Books.

Sarebbe infatti da attribuire alla stessa la digitalizzazione di circa 10 milioni di opere, di cui il 73% soggetto a vincoli di copyright.

Due sono le obiezioni su cui si è incentrata l’attrice: da un lato, sostiene Authors Guild, si tratta di un’operazione non autorizzata e comportante numerosi rischi per la sicurezza delle opere oggetto di digitalizzazione protette dal diritto d’autore, in quanto, una volta entrate nel sistema Google Books, questi archivi non sarebbero più controllati dall’università che li ha messi a disposizione; dall’altra, ed in aggiunta a ciò, le università collaboranti non avrebbero alcuna autorità sulla decisione di porre in libera diffusione le c.d. opere orfane.

Authors Guild, e con essa un gruppo consistente di autori locali, si rivolgevano quindi ad un giudice per chiedere che venisse bloccata la collaborazione con Google, in modo da porre un freno al vasto progetto di digitalizzazione che ormai aveva preso piede.

Il Giudice Harold Baer Jr. il 10 ottobre si è pronunciato[1] sulla spinosa questione respingendo le richieste degli autori statunitensi.

L’attività di digitalizzazione, sostiene il Giudice, è da far rientrare nel concetto di fair use: consentirebbe agli utenti di cercare online quello di cui hanno bisogno, e, allo stesso modo, fornirebbe agli autori un ulteriore mezzo di pubblicità, diffusione e conservazione delle proprie opere, nel rispetto del diritto d’autore.

La concessione che gli atenei – o specificamente nel caso di specie HathiTrust – fanno a Google Books è infatti vincolata a determinati requisiti, tra cui in primis l’autorizzazione dell’avente diritto.

La digitalizzazione di tali opere, quindi, dovrebbe essere consentita, rientrando pienamente nel concetto di fair use, nell’ambito della ricerca, dell’insegnamento e dell’utilizzo – non a scopi commerciali – di un’opera.

Non riesco ad immaginare una definizione di fair use che possa richiedere che io ponga fine a questo prezioso contributo al progresso della scienza ed allo sviluppo delle arti”, ha dichiarato il Giudice Baer.

Vedremo ora come proseguirà la battaglia legale, considerando che la decisione surriferita non mancherà certo di avere una notevole influenza.


[1] The Authors Guild vs. HathiTrust – Opinion&Order

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