Ecco come sarà il Betting Exchange italiano: “Grande opportunità se ben gestita”

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La presente intervista di Cesare Antonini a Giulio Coraggio viene ripubblicata dal sito www.gioconews.it

“Una buona notizia per il settore delle scommesse sportive l’arrivo del Betting Exchange (pubblicato in Gazzetta Ufficiale la scorsa settimana) anche se bisognerà vedere la reazione degli operatori visto che nella versione del decreto approvato mancano due elementi importantissimi per il successo di questo gioco: la possibilità di offrirlo attraverso circuiti di operatori e la liquidità internazionale”. E’ l’avvocato Giulio Coraggio, senior counsel del dipartimento di Intellectual Property & Technology dello Studio Legale Dla Piper ed esperto di giochi a fare il punto sull’uscita di un decreto atteso quasi 7 anni dagli operatori, dagli scommettitori e dal settore intero.

Una grande opportunità che andrà però gestita benissimo dal regolatore e dagli operatori stessi: “Dovremo capire la reazione degli operatori che vedono il Betting Exchange come un rischio visto che la tassazione su questo gioco è minore rispetto a quella prevista per le scommesse a quota fissa. Queste ultime, infatti, dovranno invece fare i  conti con un aumento dello 0,5% previsto per il palinsesto complementare almeno stando alla bozza di decreto notificata alla commissione europea. Ora dipende da Aams se mantenere questo contributo aggiuntivo o fare un passo indietro, anche se in base alle ultime dichiarazione del direttore Luigi Magistro per combattere l’illegalità è preferibile mantenere una tassazione bassa almeno sull’online”, spiega Giulio Coraggio.

Dopo sette lunghi anni d’attesa arriva il BE ma senza alcuni elementi si potrebbe correre qualche rischio di troppo: “Di sicuro il BE completa l’offerta di gioco degli operatori di betting. Tuttavia dovremo capire quanti operatori saranno in grado di offrire questo gioco. Senza la possibilità di fare circuito tra gli operatori e senza la liquidità internazionale le possibilità sembrano ridursi. E’ un gioco che necessita di una liquidità molto elevata e se ci si riduce solo a quella nazionale il timore è che il BE potrebbe risultare poco profittevole per gli scommettitori. Tuttavia sarà vietato il circuito tra operatori/concessionari che poteva essere un’opzione di interesse per operatori non focalizzati su tale tipologia di gioco”.

Qualche speranza in più sembra arrivare dal palinsesto complementare di scommesse? “L’operatore potrà offrire le scommesse del palinsesto complementare sia in quelle a quota fissa sia nei palinsesti del BE. Aams ha pubblicato i risultati del primo quarter del 2013 e i dati delle scommesse sportive sembrano positivi anche se, analizzando bene, si percepisce come i risultati di questi mesi siano dovuti ad alcuni eventi casuali. Il trend rimane negativo, insomma, anche se un recupero potrebbe avvenire proprio grazie a queste nuove tipologie di scommesse”, prosegue Coraggio.

Il BE è visto anche come mezzo per recuperare ulteriori sacche di scommesse illegali: “Dobbiamo capire quanto il prodotto ‘dot it’ potrà competere col ‘dot com’, quanto sarà interessante l’offerta italiana. In ogni caso sarà interessante verificare se l’inizio dell’offerta del BE riuscirà a togliere grosse fette al mercato degli operatori privi di una concessione italiana che è ancora molto florido”.

Un’altra perplessità riguarda le caratteristiche di un gioco che sembra richiedere maggiori competenze rispetto al pronostico da una botta e via: “Il rischio è che si verifichi quello che succede spesso nel poker dove gli squali, i players più esperti, sopraffanno i cosiddetti ‘fish’. Dovranno essere introdotti dei sistemi di controllo molto importanti specie in una fase come questa in cui gli scandali sulle scommesse illegali sono all’ordine del giorno sulla stampa nazionale e di settore. Tuttavia crediamo che Aams sia attrezzata per questo”.

Una buona notizia quella della pubblicazione in GU del decreto sul BE: ma non è che siamo arrivati troppo tardi per questa regolamentazione? “Potremmo essere ancora in tempo anche se, a causa del dell’offerta a favore dei giocatori residenti in Italia da parte di operatori di gioco privi di una concessione italiana, abbiamo perso notevoli entrate fiscali. I ritardi hanno fatto crescere un mercato non soggetto al monitoraggio di Aams che sembra solidissimo. Sarà difficile far ripassare al ‘dot it’ chi si è abituato al ‘dot com’. Il rischio di rivivere il caso delle slot online è abbastanza elevato”, conclude Coraggio dello Studio Legale Dla Piper.

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Giulio Coraggio (LL. M.) is Senior Associate at DLA Piper, Milan. Join Giulio's Linkedin network at: http://www.linkedin.com/in/giuliocoraggio

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