Apple contro Samsung: la guerra sui brevetti continua

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La Guerra sui brevetti tra i due colossi americani del settore tecnologico, Apple e Samsung, va avanti ormai da anni tra sorprese e colpi di scena. Apple e Samsung hanno deciso di porre termine ai contenziosi aperti al di fuori dei confini statunitensi, dove invece sono ancora in corso alcuni procedimenti. In particolare negli ultimi mesi sono state emesse due decisioni da parte rispettivamente della Corte d’Appello della California (Appeals from the United States District Court for the Northern District of California in No. 5:12-cv-00630, 7.10.2016) e della Corte Suprema degli Stati Uniti (Supreme Court of the United States, Case No. 15-777, 6.12.2016) in merito alla violazione di alcuni brevetti e design.

1.       Appeals from the United States District Court for the Northern District of California in No. 5:12-cv-00630, 7.10.2016

Apple Inc. (di seguito “Apple”) ha citato in giudizio Samsung Electronics Co., Ltd., Samsung Elettronics America, Inc.,e Samsung Telecommunications America, LLC (di seguito collettivamente “Samsung”) per la violazione di tre brevetti:

  • US. N.5,946,647quick link”, funzione che permette di trasformare numeri di telefono, indirizzi e date in collegamenti (i.e.si scrive un numero di telefono e questo si trasforma in un collegamento al software per effettuare la chiamata) (di seguito “brevetto US ‘647”);
  • US N. 8,046,721slide-to-unlock”, sistema con il quale si sblocca il dispositivo attraverso una semplice “gesture” (i.e. quando lo schermo va in blocco perché non utilizzato, si deve scorrere una barra per sbloccarlo) (di seguito “brevetto US ‘721”);
  • US. N. 8,074,172auto correct”, ovvero la correzione automatica delle parole digitate nei dispositivi (i.e. quando si inizia a digitare un termine compaiono varie opzioni di termini che possono corrispondere alla digitazione iniziale, velocizzando così la scrittura) (di seguito “brevetto US ‘172”).

La Corte d’Appello della California (di seguito la “Corte”) ha emesso in data 7 ottobre 2016 un verdetto a favore di Apple. Samsung, pertanto, è stata condannata a pagare 119,6 milioni di dollari ad Apple.

Secondo la Corte:

(i)     Il brevetto US ‘647 di Apple (quick link) è valido. È stato violato da Samsung in quanto Samsung ha utilizzato la stessa tecnologia per il rilevamento di dati e la trasformazione delle parole in collegamenti cliccabili oggetto del brevetto di Apple.

(ii)   Il brevetto US ‘721 di Apple (slide-to-unlock) è valido. Secondo la Corte l’uso di questo brevetto ha reso l’attivazione dello smartphone “efficace e user-friendly“, impedendo al tempo stesso la possibilità che lo schermo touch venisse abilitato per sbaglio quando il dispositivo si trova in tasca. La Corte ritiene infatti che il brevetto US ‘721 possegga delle caratteristiche che lo rendono “non ovvio”. Gli indici di non ovvietà sarebbero, secondo la Corte, “commercial success, industry praise, copying by others, existence of a long-felt but unsatisfied need for the invention” e quindi sarebbe brevettabile. Samsung utilizzando il brevetto US ‘721 nei suoi dispositivi ha commesso una violazione.

(iii)  Il brevetto US ‘172 di Apple (auto correct) è valido. La Corte ritiene che il brevetto US ‘172 non sia un semplice miglioramento del brevetto US. N. 7.880.730 (ovvero la prior art più vicina che Samsung aveva citato come sistema che permette la correzione automatica delle parole digitate sulla tastiera). Il brevetto US ‘172 permette non solo la correzione automatica delle parole ma fornisce anche all’utente la possibilità di scegliere in modo predittivo delle parole alternative. Per la Corte quindi non risulta anticipato dalla prior art dedotta in giudizio da Samsung. La Corte ha altresì ritenuto che Samsung ha utilizzato il brevetto US ‘172 nei suoi dispositivi e quindi ha commesso una violazione.

Dei 12 giudici facenti parte della giuria chiamata a votare, solo 11 hanno espresso il loro giudizio: 8 hanno votato a favore di Apple, mentre tre hanno invece dissentito e hanno depositato le loro Dissenting Opinions. I tre giudici dissenzienti ritengono che: (i) i brevetti Apple per lo slide-to-unlock e l’auto correct siano invalidi, il primo perché privo del requisito dell’altezza inventiva e il secondo perché anticipato dalla prior art dedotta in giudizio; (ii) il brevetto Apple quick link non sia contraffatto da Samsung perché la tecnologia di Samsung non utilizzerebbe una particolare caratteristica del brevetto Apple (“analyzer server”).

 

2.       Supreme Court of the United States, Case No. 15-777, 06.12.2016

La Guerra tra Samsung ed Apple coinvolge non solo brevetti ma anche design. Samsung è stata infatti condannata a pagare 399 milioni di dollari ad Apple per la violazione di tre design:

  • US ‘677: la forma frontale rettangola con i bordi arrotondati dei dispostivi;
  • US ‘087: la cornice a lunetta del bordo dei dispositivi;
  • US ‘305: la griglia verticale di sedici icone sullo schermo dei dispositivi.

Lo scorso anno Samsung ha chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti (di seguito la “Corte Suprema”) di prendere in esame il caso. Samsung ritiene infatti che le leggi americane sui brevetti siano ormai obsolete, soprattutto nel momento in cui vengono applicate a prodotti complessi come gli smartphone, nel quale possono coesistere oltre 200 mila brevetti.

L’11 ottobre 2016 si è tenuta presso la Corte Suprema un’udienza in cui gli avvocati di Apple e Samsung hanno esposto gli argomenti a sostegno delle rispettive tesi (Supreme Court of the United States, Case No. 15-777, 11.10.2016). Si consideri che la Corte ha avuto rarissime occasioni per pronunciarsi in materia di violazione di design registrati (sono oltre 120 anni che non si pronuncia su casi di questo tipo). Le Parti non stanno discutendo innanzi alla Corte Suprema se sia vero o meno che Samsung ha violato i design registrati di Apple (il giudizio sull’an della violazione è stato già definito nei precedenti gradi di giudizio) ma stanno discutendo quanto Samsung debba corrispondere ad Apple per la violazione dei diritti di Apple sui tre design. Più in particolare Apple e Samsung sono in disaccordo sul tema della corretta quantificazione dei danni derivanti dalla violazione di un design registrato e su come debba essere interpretata la Section 289 dello US Patent Act. La Section 289 del Patent Act afferma che i danni derivanti dalla violazione di un design registrato devono essere pari al profitto totale della vendita dell’articolo riprodotto (U.S. Code § 289 – Additional remedy for infringement of design patent: “Whoever during the term of a patent for a design, without license of the owner, (1) applies the patented design, or any colorable imitation thereof, to any article of manufacture for the purpose of sale, or (2) sells or exposes for sale any article of manufacture to which such design or colorable imitation has been applied shall be liable to the owner to the extent of his total profit, but not less than $250, recoverable in any United States district court having jurisdiction of the parties .Nothing in this section shall prevent, lessen, or impeach any other remedy which an owner of an infringed patent has under the provisions of this title, but he shall not twice recover the profit made from the infringement”).

Per quanto riguarda le argomentazioni sostenute da Apple e Samsung:

(i)     Samsung sostiene che è ingiusto imporre un risarcimento pari al totale dei profitti realizzati dalla vendita dei prodotti litigiosi, poiché la violazione dei design registrati riguarda solo alcuni dettagli dei dispositivi. A sostengo di questa tesi Samsung utilizza come esempio il caso in cui una casa automobilistica fosse costretta a versare tutto quel che ha guadagnato con la vendita della propria vettura qualora il portabevande dell’automobile sia identico a quello di un’automobile concorrente. Samsung sostiene pertanto che dovrebbe essere dovuto ad Apple un risarcimento pari solo al profitto generato dall’utilizzo di quei compenti di design del dispositivo protetti da brevetto.

(ii)   Apple sostiene invece che i suoi design registrati sono una parte integrante del suo dispositivo e lo rendono un’icona di stile. Secondo Apple l’aspetto del prodotto è un elemento fondamentale e il cliente basa gran parte della propria scelta d’acquisto proprio sull’aspetto estetico. Copiando questi dettagli Samsung avrebbe così ottenuto il vantaggio di associare il proprio prodotto all’estetica vincente dei prodotti Apple. Per Apple quindi calcolare un risarcimento sulla base del profitto totale del prodotto è una protezione utile perché garantisce ai designer il giusto incentivo per investire in design innovativi.

Il 6 dicembre 2016 la Corte Suprema si è pronunciata sul caso respingendo la sentenza che imponeva a Samsung di pagare un risarcimento di 399 milioni di dollari ad Apple (Supreme Court of the United States, Case No. 15-777, 06.12.2016).  La Corte Suprema distingue due diverse ipotesi:

  • l’article of manufacture coperto da design registrato oggetto di imitazione è costituito da un singolo componente (i.e. un piatto);
  • l’article of manufacture coperto da design registrato oggetto di imitazione è costituito da più componenti (i.e. un forno).

La Corte Suprema, ritiene che quelle violate sarebbero solo alcune componenti dei dispositivi Apple, trattandosi quindi di una imitazione solo “parziale”, quindi la multa da 399 milioni di dollari  (i.e. il totale dei profitti di Samsung ottenuti attraverso la vendita dei dispositivi contraffatti) non è corretta, in quanto determinare il risarcimento sull’entire market value del prodotto non è un criterio adatto. Ciò che non ha detto è però come di fatto il risarcimento debba essere calcolato.

La sentenza non assolve Samsung dalle responsabilità derivanti dalla violazione dei design Apple ma potrebbe ridurre il costo del risarcimento che dovrà pagare ad Apple. Alla luce delle conclusioni della Corte Suprema , il caso tornerà ad essere esaminato dalla Corte d’Appello.

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