Agenda digitale: La Commissione europea pubblica lo scoreboard annuale. Luci e ombre per l’Italia.

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Il 28 maggio scorso la Commissione europea ha pubblicato l’annuale scoreboard sui progressi fatti, a livello europeo e in relazione ai singoli Stati membri, con riferimento al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda digitale.

A livello europeo il quadro appare soddisfacente.  Infatti la Commissione prevede che entro il 2015 saranno raggiunti 95 dei 101 obiettivi previsti.

Tra le buone notizie in ambito continentale si segnalano:

  • l’aumento dell’utilizzo regolare di Internet: dal 2010 a oggi la percentuale di chi usa Internet almeno una volta alla settimana è passato dal 60% al 72%;
  • dei progressi significativi con riferimento all’utilizzo dell’ICT da parte di appartenenti a gruppi svantaggiati: negli ultimi quattro anni l’uso di Internet da parte dei disoccupati, dei meno istruiti e delle persone più anziane è balzato dal 41% al 57%;
  • la crescita del commercio elettronico: i dati dimostrano come il 47% dei cittadini europei faccia acquisti su Internet. Si tratta di un dato in aumento di dieci punti rispetto al 2009;
  • lo sviluppo della banda larga veloce: la disponibilità di banda larga mobile 4G è balzata dal 26% al 59% in un anno. L’accesso a Internet a velocità di almeno 30 Mbps su linea fissa raggiunge il 62% della popolazione dell’UE, rispetto al 54% un anno fa e al 29% nel 2010.

Secondo la Commissione, a livello europeo c’è ancora da lavorare e da concentrare gli sforzi sullo sviluppo dei servizi di e-government (ne fa uso solo il 42% della popolazione europea), sulla digitalizzazione delle piccole imprese e sugli investimenti nelle zone rurali d’Europa, soprattutto in infrastrutture di rete.

Se a livello comunitario la situazione appare incoraggiante e, comunque, in costante evoluzione, il rapporto dedicato all’Italia disegna un Paese nel quale si riscontrano, da un lato, eccellenze in settori specifici, quali ad esempio l’e-government e talune forme di digitalizzazione della PA, e dall’altro, ritardi significativi soprattutto in termini di sviluppo della banda larga e di educazione al digitale dei cittadini. Mentre i dati sulla penetrazione di banda erano stati già diffusi con la recente pubblicazione del c.d. rapporto Caio, le statistiche relative all’educazione al digitale appaiono una novità nel panorama nazionale, soprattutto in quanto tali dati vengono confrontati con la media europea. Come detto i dati non sono incoraggianti.

Secondo la Commissione europea il 34% della popolazione italiana non ha mai avuto accesso ad internet (a fronte di una media europea del 20%); solo il 56% della popolazione accede ad internet almeno una volta a settimana (a fronte di una media europea del 72%) mentre solo il 51% della popolazione accede ad internet quotidianamente (a fronte di una media europea del 62%).  Oltre che in termini di accesso i problemi si riscontrano anche sul piano delle competenze informatiche: la Commissione europea, infatti, rileva come ben il 60% della popolazione italiana non ha o ha competenze digitali estremamente ridotte (a fronte di una media europea del 47%). Un quadro, dunque, a luci e ombre per il nostro Paese quello consegnato dallo scoreboard 2014.  Dati sui quali avviare una riflessione, oltre che politiche e azioni volte a colmare il gap che si riscontra nel settore dell’innovazione.

Il quadro tracciato nello scoreboard appare confermato da un altro report pubblicato oggi dalla Commissione UE sullo stato di salute del mercato delle telecominicazioni a livello europeo.  Anche tale rapporto, con riferimento ai dati italiani, conferma come vi sia ancora molto da fare in termini di penetrazione della banda larga e di investimenti in ricerca e innovazione.

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