Passate le consultazioni elettorali europee, con un nuovo presidente della Commissione designato e con una nuova Commissione in via di formazione si torna a parlare dei rapporti tra le due sponde dell’Atlantico con riferimento alla raccolta e allo scambio di dati dei cittadini europei attraverso internet dopo le rivelazioni di Edward Snowden.
L’occasione è offerta da una decisione dell’Alta Corte irlandese del 18 giugno scorso con la quale l’istanza giurisdizionale nazionale ha rivolto alla Corte di Giustizia dell’Unione europea una questione di pronuncia pregiudiziale relativa all’ambito di giurisdizione delle autorità garanti nazionali con riferimento alla verifica della compatibilità del meccanismo c.d. del safe harbour…continua qui su Diritto24