All’interno della rubrica start-up italiane abbiamo oggi intervistato Elio Di Fiore, Co-founder e Marketing Manager di Movym, un’app che permette il riconoscimento e l’acquisto degli oggetti visti in TV.
Come nasce Movym ?
Movym nasce tra i banchi del MIP Politecnico di Milano, durante un Master in Business Administration con specializzazione in Entrepreneurship & Innovation.
Abbiamo costituito un team con l’obiettivo di studiare un Business Plan e la promessa che se fosse risultato sostenibile l’avremmo attuato. Così è stato, ed è nata Movym.
Di che cosa si tratta esattamente?
Movym è una startup che ha sviluppato una tecnologia proprietaria di Automatic Content Recognition per operare nel mercato del Second Screen in due modi:
- Direttamente: tramite la Movym App che permette di riconoscere i Brand nelle trasmissioni Tv, rendendo di fatto il Product Placement interattivo. Tale soluzione è supportata tecnologicamente da una Piattaforma dedicata al Product Placement e anch’essa di proprietà di Movym.
- Indirettamente: Concedendo la tecnologia in licenza ad altre aziende oppure creando delle App interattive brandizzate per i Brand o i Canali Tv.
Avete un video da farci vedere per capire meglio il vostro servizio?
Certo che si!
Movym – Automatic Content Recognition from Movym on Vimeo.
Qual è stata la scintilla che vi ha portato ad intraprendere questa avventura?
La scintilla nasce direttamente da un insight diffuso che è la voglia di acquistare ció che guardiamo in tv.
Movym offre un’esperienza di shopping avanzata che dà visibilità anche a Brand poco conosciuti, infatti grazie alla nostra soluzione, tutto diventa “cliccabile“, persino gli oggetti sullo sfondo di una trasmissione in Tv.
Qual’è il ruolo degli hub e degli incubator? Sono davvero così utili per chi vuole iniziare nuove iniziative come la vostra?
Sono due soggetti differenti che sono utili in determinate circostanze ma che non sono a necessari.
Gli hub ti permettono di concentrarti subito sul Business offrendoti supporto logistico, di infrastruttura IT ma anche tanto networking con i “compagni di banco“. In pratica non perdi tempo a cercare un ufficio, comprare una stampante, mettere su una linea adsl, etc.
Gli incubatori, invece, oltre ai vantaggi degli Hub tendono a darti anche un metodo per strutturare il Business Plan e il mercato di riferimento. Tuttavia in cambio chiedono spesso una percentuale variabile di Equity della societá.
E’ fondamentale, a mio parere, formare un team di persone complementari che abbiano tutte le skills necessarie per gestire un’azienda e per essere indipendenti.
Quali sono gli scenari di sviluppo, i nuovi mercati insomma? La vostra è una app che si pone sin da oggi in un mercato dove la convergenza è un valore acquisito, siamo davvero a questo punto?
Ad oggi, da una ricerca Nielsen, sappiamo che 86% dei possessori di smarthphone/tablet, usa il proprio device mentre guarda la Tv. Ad oggi meno dell’5% delle trasmissioni che vediamo in Tv sono interattive.
Noi immaginiamo un futuro in cui qualsiasi contenuto che vediamo in Tv sia sincronizzato con i device dei telespettatori e qualsiasi prodotto che vediamo in Tv sia acquistabile con un click o magari con un semplice comando vocale grazie ai Google Glass.
La nostra tecnologia è stata sviluppata per andare in questa direzione, per creare un ponte tra la Tv e il mobile, per dare la possibilità ai Brand di programmare una comunicazione integrata e coerente costruendo un purchasing path più lineare e controllato.
Che cosa chiederesti ad un legislatore al passo con i tempi, quali sono le misure più urgenti da prendere?
E’ difficile rispondere a questa domanda perché ci sono tantissime situazioni che andrebbero cambiate per favorire le aziende. Sicuramente, una delle cose che chiederei è una soluzione al problema della crisi di liquidità che attanaglia le startup, dovute ai crediti che hanno verso lo Stato.
Sarebbe davvero importante se lo Stato trovasse un modo per finanziare una riduzione dei tempi di restituzione del debito che ha verso le startup.