La lotta alla disinformazione nei rapporti tra Unione e Stati terzi alla luce del conflitto russo-ucraino

A seguito dell’aggressione militare della Russia in Ucraina, il primo marzo del 2022 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato un nuovo pacchetto di misure avente ad oggetto l’inedita misura della sospensione di alcuni alcuni organi di informazione ed agenzie di stampa sottoposti sotto il controllo della Federazione Russa. Questo scritto analizza questa nuova misura dal punto di vista della base giuridica fornita per la sua adozione in ambito PESC e delle ripercussioni che essa ha su altri ambiti materiali, quali quello dei media audiovisivi e del pluralismo dell’informazione. Secondo l’A. le interazioni tra questi diversi ambiti sollevano una serie di criticità sotto il profilo della legittimità e della coerenza delle azioni recentemente intraprese dall’Unione nella dimensione esterna ed interna in materia di lotta alla disinformazione e, oggi, alla “propaganda del Cremlino”.

On 1 March 2022, the Council of the European Union adopted a new package of restrictive measures against Russia following the military aggression in Ukraine, concerning the suspension of certain media outlets and information agencies under the control of the Russian Federation. This paper analyses this measure of an unprecedented nature, in the light of the legal basis provided for its adoption under the CFSP framework and the impact it has on other areas, such as the audiovisual media and the protection of information pluralism. In my view, the interactions between these different areas raise a number of critical issues from the point of view of the legitimacy and coherence of the actions recently undertaken by the European Union against disinformation and now the “Kremlin propaganda”, both in its external and internal dimensions.

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