Per chi vuol sapere tutto di un reato, “La diffamazione”, di Vincenzo Pezzella

Certi titoli dicono molto dei libri che presentano, come certe facce delle persone che le portano in giro. Un titolo come “La diffamazione”, al lettore che lo nota, trasmette questo messaggio: il volume che battezzo tratterà tutti gli aspetti del delitto contro la reputazione, senza tralasciarne nessuno, circostanza che, a chi un po’ conosce la materia, fa subito storcere il naso, poiché le questioni e i problemi, teorici e pratici, a cui ha dato luogo l’interpretazione e l’applicazione dell’art. 595 c.p. sono davvero numerosissimi.Come certe facce, anche certi titoli, però, possono ingannare, e dare quindi impressioni sbagliate, oppure essere sinceri e non tradire le aspettative.

Il caso de “La diffamazione”, di Vincenzo Pezzella, giunto alla seconda edizione, fa parte di questa seconda categoria. Il poderoso volume, di ben 1232 pagine, passa in rassegna pressoché ogni tema che dottrina e giurisprudenza hanno evidenziato in ordine al reato in parola. Da “vecchio” (potrei anche evitare le virgolette, in effetti) frequentatore di librerie e compulsivo acquirente di ciò che vi si vende, sono abituato a sfogliare gli indici dei testi: quando sono ben fatti aiutano a capire velocemente se ciò che hai in mano è di interesse o meno.

Qui la struttura del lavoro, ben descritta appunto nell’indice, fa subito capire che il contenuto della monografia ha quelle caratteristiche di completezza di cui si diceva appena sopra. Lo schema è, per così dire, classico: prima si tratta dei reati, poi delle scriminanti, quindi della peculiare casistica portata dalla modernità con i problemi sorti a causa della diffamazione on-line, infine dei profili risarcitori specifici del danno da diffamazione.

Nella prima parte, così, l’Autore dà conto del reato di diffamazione semplice, di quella aggravata, delle cause di giustificazioni comuni, delle cause di non punibilità (art. 598 c.p.) e della insindacabilità (art. 68 Cost.), nonché della prova liberatoria e della responsabilità per omesso controllo del direttore. L’ordine espositivo della materia è, anche qui, amico del lettore: per fare solo un esempio tratto dalle prime pagine, il primo punto della “diffamazione semplice” è l’analisi del bene giuridico, cui subito segue un paragrafo sulla “reputazione minima” e quella già compromessa, come quella del caso del boss pluriomicida. Questa struttura si replica per ogni argomento: di ciascuno viene prima descritta in generale la disciplina, per poi approfondire l’analisi, spesso utilizzando casi pratici, menzionati già nell’indice, particolarmente ricco e dettagliato.

La seconda parte è dedicata alle scriminanti tipiche del diritto di cronaca, di critica e di satira, con uno sguardo attento alla giurisprudenza nazionale ed europea. Qui si affrontano, tra gli altri, temi come la contrarietà della Corte europea dei diritti dell’uomo alla sanzione detentiva per la diffamazione, le peculiarità dell’intervista, la cronaca declinata per il mezzo radiotelevisivo e in argomento giudiziario, senza dimenticare di descrivere come i presupposti del diritto di critica siano stati interpretati a seconda della materia a cui questa specifica scriminante deve essere applicata. Nell’esaminare il diritto di cronaca l’Autore non si limita a riproporre i temi classici del fondamento costituzionale, della titolarità del diritto e dei presupposti di matrice giurisprudenziale, bensì estende il proprio sguardo al diritto alla riservatezza, la cui disciplina ha più di un punto di contatto con quella della diffamazione.

La terza parte riguarda, come anticipato, il delitto commesso in rete, passando dalla discussa applicabilità delle disposizioni per la stampa alla rete, alla responsabilità dei provider, alle nuove forme di comunicazione, che inevitabilmente pongono inedite frontiere all’applicazione del delitto in questione. Facebook, Twitter, WhatsApp, Trip Advisor, in generale chat e social forum, sono tutti contesti da conoscere con attenzione per capire in che termini può essere ad essi applicata una normativa la cui radice nasce negli anni Trenta del secolo passato. Qui l’Autore sceglie felicemente il metodo casistico, ancor più che in altri punti del libro, circostanza che consente di spiegare nel dettaglio le soluzioni adottate in passato e quando tali soluzioni possono essere richiamate come precedente, per individuare magari gli anelli di una catena che configuri un filone giurisprudenziale in grado di tracciare un sentiero in una materia così sconnessa e poco arata.

L’ultima parte del tomo ha ad oggetto i profili risarcitori specifici del delitto in questione. E anche qui le questioni relative alla liquidazione e alla quantificazione del danno si snodano tra i rapporti fra azione civile e azione penale, la disciplina relativa alla pronuncia sui danni in sede penale e la provvisionale con i relativi problemi applicativi nei gradi successivi al primo. Anche in questi passaggi l’occhio dell’Autore passa con penna agile dalle architetture dei principi e delle regole ai problemi sollevati dalla applicazione pratica della disciplina, come quando dà spazio al rilievo formulato dai giudici civili, secondo cui spesso i colleghi penalisti emettono sentenze di condanna generica quando vi sarebbero tutti i presupposti per una quantificazione più precisa.

Roland Barthes sosteneva: «dimmi come categorizzi e ti dirò chi sei». Anche solo il modo con cui le questioni e gli argomenti sono presentati in questa importante monografia, ci dice che l’Autore conosce la materia e la sa rendere fruibile a chi, esperto o novizio dei temi in questione, ha bisogno di uno strumento per approfondire o per avvicinarsi a questo reato la cui disciplina ha molti addentellati e numerose sfaccettature.

La lettura del volume, poi, convince come un tale imponente lavoro ricostruttivo della materia nel suo complesso, non possa mancare nella biblioteca del giurista che ambisce a possedere uno strumento per conoscere la materia o che si imbatte per la prima volta in essa e ha bisogno di un “Virgilio” che lo conduce negli anfratti, a volte non semplici da percorrere della disciplina, soprattutto di ultimo “conio”.

 

 

La diffamazione
Vincenzo Pezzella

 

Utet Giuridica
Anno di edizione: 2020
Pagine: 1280
ISBN: 978-8859822301

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