A poco meno di un mese dal via libera del Senato, in data 6 ottobre 2016, lo scorso 3 novembre è stata approvata in via definitiva dalla Camera la legge Franceschini, recante la “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo”, con 281 voti a favore, 97 contrari e 17 astenuti. A decorrere dal 1° gennaio 2017, giorno in cui la nuova legge entrerà in vigore, essa sostituirà numerosi testi normativi (in particolare, saranno abrogati il decreto legislativo 28/2004, l’articolo 1, comma 325 – 327 e comma 329 – 337 della legge 244/2007 riguardanti la disciplina del tax credit; l’articolo 20 del decreto legislativo 60/1999 e l’articolo 8 del decreto legge 91/2013). La nuova legge ha lo scopo di ridefinire la disciplina relativa al cinema e all’audiovisivo, a fini di rilancio e di sviluppo di un settore strategico dal punto di vista culturale, sociale ed economico. Diverse sono le novità introdotte dalla nuova legge.
1. Istituzione di un “Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e audiovisivo” di almeno 400 milioni annui
Il Fondo è finalizzato a supportare finanziariamente tutti gli interventi a sostegno del settore. Il Fondo sarà direttamente finanziato dagli introiti erariali, nello specifico con una quota pari all’11 per cento delle imposte ai fini IRES e IVA versate dalle imprese del settore; la legge prevede comunque una dotazione minima del Fondo pari a 400 milioni di Euro annui. Si imposta così un meccanismo di “autofinanziamento” del settore.
2. Introduzione di contributi automatici e riduzione dei contributi selettivi
Il Ministero, attingendo al Fondo, eroga contributi automatici in favore di imprese che producano o distribuiscano all’estero nuove opere cinematografiche e audiovisive italiane. La quantificazione del contributo avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione, considerando le opere precedentemente prodotte o distribuite dalla medesima impresa. I contributi selettivi sono destinati in via prioritaria a opere prime o seconde, opere realizzate da giovani autori o da startup, a film cui viene attribuita la qualifica di “film difficili” ai sensi della normativa vigente o di importante valore artistico; essi varieranno fra un minimo del 15% e un massimo del 18% del Fondo, con la conseguente abolizione della commissione parlamentare incaricata di stabilire l’ammontare dei contributi.
3. Potenziamento degli strumenti di sostegno finanziario
Il tax credit, ideato per incentivare la produzione e la distribuzione di opere cinematografiche italiane, viene potenziato. La legge prevede sei diverse tipologie di tax credit:
- Tax credit produzione: per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva, in misura non inferiore al 15% e non superiore al 30% del costo complessivo di produzione delle opere;
- Tax credit distribuzione: per le imprese di distribuzione cinematografica e audiovisiva, in misura compresa fra il 15% e il 30% delle spese sostenute per la distribuzione nazionale e internazionale di opere cinematografiche e audiovisive; l’aliquota può aumentare fino al 40% nel caso di distribuzione curata direttamente dal produttore indipendente che ha prodotto l’opera;
- Tax credit per esercenti, industrie tecniche e di post-produzione: per le imprese di esercizio cinematografico, l’aliquota è compresa fra il 20% e il 40% delle spese complessivamente sostenute per la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale cinematografiche e per la realizzazione di nuove sale, mentre per le industrie tecniche e di post-produzione, l’aliquota è compresa tra il 20% e il 30% delle spese sostenute per l’adeguamento tecnologico e strutturale del settore;
- Tax credit per gli esercenti delle sale cinematografiche: aliquota massima del 20% sugli introiti derivanti dalla programmazione delle opere audiovisive, con particolare riferimento alle opere italiane ed europee;
- Tax credit per la produzione esecutiva e post-produzione: riconosciuto a imprese italiane di produzione esecutiva e di post-produzione, in relazione a opere cinematografiche e audiovisive (o a parti di esse) realizzate su territorio nazionale, utilizzando manodopera italiana, su commissione di produzioni estere, in misura non inferiore al 25% e non superiore al 30% della spesa sostenuta nel territorio nazionale;
- Tax credit per imprese non appartenenti al settore della produzione: in misura non superiore al 30% per gli apporti in denaro effettuati per la produzione e la distribuzione, in Italia e all’estero, di opere cinematografiche e audiovisive (elevata al 40% in casi specifici stabiliti dalla legge).
4. Valorizzazione delle sale cinematografiche e digitalizzazione del patrimonio artistico
È previsto un Piano straordinario per un importo fino a 120 milioni di Euro in cinque anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove, cercando i favorire la conservazione e la valorizzazione delle sale storiche attraverso il vincolo di destinazione d’uso. Questo intervento di recupero delle sale cinematografiche si affianca al piano straordinario di digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo, concesso a imprese di post-produzione in proporzione al volume dei contenuti digitalizzati.
5. Riordino normative di settori importanti dell’audiovisivo
Viene attribuita al Governo un’ampia delega per la riforma del pubblico registro cinematografico, la riforma della revisione cinematografica (con la soppressione della c.d. “censura preventiva” e la responsabilizzazione degli operatori del settore in ordine alla classificazione dei contenuti) e la riforma della promozione della trasmissione e diffusione delle opere europee da parte dei fornitori di servizi media audiovisivi.
6. Istituzione del “Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo”
Il Consiglio Superiore sarà composto da undici membri dotati di comprovata professionalità ed esperienza nel settore, con compiti di consulenza e supporto nell’elaborazione e attuazione delle politiche di settore, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività cinematografiche e dell’audiovisivo. A decorrere dalla data del primo insediamento del Consiglio Superiore, è soppressa la sezione competente per il cinema della Consulta per lo spettacolo, le cui attribuzioni sono assegnate al Consiglio Superiore.